Nasce il Laboratorio delle politiche fiscali della Cgil, un luogo di incontro, confronto e scambio di competenze ed esperienze in tema di fisco, politica delle entrare e finanza pubblica. Un Laboratorio di idee “per far si che le politiche fiscali diventino, insieme alla contrattazione e al welfare, tema centrale nell’azione del sindacato. Utile a tal fine un Laboratorio che possa fare interagire dirigenti sindacali insieme ad un gruppo fisso di esperti”. Così Cristian Perniciano, responsabile delle politiche fiscali della Cgil nazionale ha introdotto il primo incontro del Laboratorio che si è tenuto il 16 giugno nella sede nazionale della Cgil.
Al centro della discussione il tema dell’evasione fiscale dei grandi contribuenti, l’elusione e l’abuso del diritto, l’evasione transnazionale, i paradisi fiscali, anche in relazione ai decreti contenuti nella delega fiscale legge 23/14 di recente emanazione. “L’evasione fiscale – ha spiegato Perniciano – non è solo una questione di giustizia, ma anche culturale, di efficienza del sistema delle imprese, di sostenibilità dei conti di finanza pubblica”.
Ad aprire i lavori è stato Oreste Saccone, coordinatore scientifico del Laboratorio. Nella sua relazione (slides) ha descritto la dimensione del problema evasione riportando alcuni dati: 91 sono i miliardi evasi in media in Italia tra il 2007 e il 2012, di cui 40 mld di euro riferibili all’Iva; oltre 44 mld alle imposte sul reddito (Ires e Irpef dalle sole imprese e dal lavoro autonomo); oltre 7 mld all’Irap. L’ammontare complessivo di tributi e contributi annualmente evasi supera in Italia i 120 miliardi di euro all’anno. Cifre stimate, secondo Saccone, con una “metodologia non del tutto attendibile che non tiene conto di quei fenomeni di elusione non evincibili in sede di confronto delle basi imponibili dichiarate con i dati di contabilità nazionale. Serve una stima ufficiale credibile” così come la delega fiscale ha demandato al Governo.
L’evasione fiscale, ha sottolineato il coordinatore scientifico del Laboratorio “è un fatto culturale: nell’opinione pubblica sembra prevalere una visione fatalistica dell’evasione come realtà ontologica inattaccabile, come peculiarità italiana, che differenzia il nostro Paese dalle altre grandi democrazie occidentali. Su questo substrato socio-culturale si sviluppa e prospera il partito degli evasori e dei suoi supporter”. Nella sua relazione Saccone ha poi elencato gli specifici strumenti e le misure di controllo e compliance dell’evasione dei grandi contribuenti (tutoraggio, ruling internazionale, interpelli antielusivi, interpelli CFC, clausola antielusiva, accordi di cooperazione internazionale, strutture regionali dedicate al controllo dei grandi contribuenti) evidenziandone sia le criticità che le prospettive. Infine, Saccone si è soffermato sull’abuso del diritto, in particolare sulle criticità della disciplina dell’abuso del diritto formulata nello schema di decreto.
La discussione è stata poi animata dagli interventi di Alessandro Santoro (docente di scienze delle finanze all’Università Milano Bicocca), Vincenzo Visco (ex ministro del Tesoro e del Bilancio), Maurizio Testa (Fisac Cgil), Gilberto Ricci (già presidente Sogei) e Silvano Righi (Equitalia), e conclusa dal segretario confederale Cgil, Danilo Barbi.
“Il Laboratorio vuole farsi promotore di un background di conoscenze utile alla Cgil per elaborare un pensiero complesso sulle questioni fiscali, perché il fisco non è solo un problema di cittadinanza, ma è essenzialmente un problema di gestione e reinvestimento della ricchezza, quindi di un nuovo modello di sviluppo per l’intero Paese”. Così Barbi nel concludere ha motivato l’esigenza del Laboratorio.
In particolare, sul tema dell’evasione fiscale il dirigente sindacale ha dichiarato: “Il nostro obiettivo deve essere la riduzione dell’evasione per allinearci alla media dei grandi Paesi europei” per farlo, secondo Barbi, bisogna innanzitutto “affrontare il problema culturale” ed “evitare di percorrere due strade sbagliate: quella esculsivamente etica, che ne limiterebbe la discussione, e quella che vede l’evasione come un ‘drago invincibile'”. Per il segretario confederale sostenere che l’evasione fiscale non può essere recuperate perché altrimenti chiuderebbero tante piccole imprese è una teoria assolutamente non condivisibile. Il sistema delle imprese dovrebbe riorganizzarsi puntando sulla qualità, sull’innovazione e non sull’abbassamento dei costi dovuto a raggiri fiscali. Inoltre, Barbi ha avvertito del pericolo rappresentato dalla nuova versione dell’abuso del diritto: se non si vigila sull’elusione si rischia di fare passi indietro rispetto alla sentenza della Corte di Cassazione del 2008, che aveva permesso un aumento della riscossione in particolare dell’Ires, e di incentivare studi di consulenza che affinano le tecniche per aggirare la legge e far pagare così alle imprese meno tasse senza violare le leggi.
Infine, il dirigente sindacale nelle sue conclusioni ha ribadito la volontà della Cgil di strutturare gli incontri del Laboratorio delle politiche fiscali e, dopo il prossimo appuntamento, che verterà sul tema dell’evasione di massa, lanciare una proposta complessiva per contrastare sia la grande evasione che l’evasione diffusa.
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